Ciao! Non sto riuscendo a dare continuità a questa newsletter e la cosa mi addolora. Potrei aggrapparmi a mille scuse, la verità è che c’è parecchia confusione in me (il coviddi degli ultimi giorni non ha aiutato, o forse dovrebbe ricordarmi che se mi fossi preso dei giorni di vacanza, magari a Mondello, non lo avrei preso…).
Ci sono giorni in cui vorrei riversare su questa newsletter ogni pensiero, sulla politica, sul mondo che cambia, su ciò che vivo nei tantissimi contatti quotidiani con il sobbollente mondo politico del ei fu terzo polo, altri in cui torno alla realtà di una newsletter dedicata alla leadership e alla politica, ed altri semplicemente in cui la confusione dovuta a una enorme scommessa - anzitutto finanziaria - andata male crea guardando al futuro.
Alert
Ieri sera però, guardando quello strazio chiamato Italia - Svizzera, mi sono deciso a scrivere questa newsletter. E quindi eccoci qui. Si potrebbe dire che nonostante avessimo i migliori giocatori, il miglior schema di gioco evidentemente agli Svizzeri non è bastato :) ma sarebbe una cose che fortunatamente non reggerebbe.
Quello che ho visto ieri - e l’alert all’inizio del paragrafo è per il rischio populismo di questa newsletter - è una enorme similitudine con la politica italiana.
I gesti “plastici” che siano il finto segno di croce prima di entrare, la polemica con l’arbitro, la simulazione di una finta manata mai arrivata ci sono tutti e sono molto ben eseguiti. I tatuaggi sono dove dovrebbero essere (nell’iconografia del calciatore naturalmente). Le dichiarazioni sono sufficientemente stereotipate. Eppure straperdiamo, come mai?
È esattamente la situazione della politica. I gesti “plastici” sono quelli giusti e sono cosi rituali che giovani e vecchi dei partiti li eseguono alla stessa maniera: scuotere la testa in TV mentre parla l’altro, la risposta benaltrista, la solidarietà su Twitter (mannaggia, volevo dire… X!) gli sgambetti e le bugie. Il look è giusto: se sei a destra la giacca blu, se sei a sinistra il pantalone bucato. Eppure, il Paese è in stallo, la politica in un vicolo cieco e il consenso a terra?
Addirittura, l’analisi del voto oggi ci dice che l’astensione ha colpito più fra tutti il centro, quello dove dovrebbero esserci gli illuminati delle ZTL.
Il cambiamento, come il fallimento, non arrivano mai nè per caso nè tutto d’un tratto. Credo fortemente sappiamo, è un percorso graduale che ci porta pian pian vicino al momento in cui ci sembra, tutto d’un tratto, la politica è in mano a degli scappati di casa e il calcio in balia di brocchi viziati senza voglia di giocare.
Come dissi a Napoli al lancio e andiamo ripetendo da allora. È tempo di tornare a fare cose infrastrutturali di base. Ripartire dalle basi. Dai passaggi facili. Dalle cose di base. Sono i fondamentali (solidi) che abilitano il resto. L’ultima volta che come Paese lo abbiamo fatto è stato con Diego Piacentini al ruolo di Digital Champion. 10 anni fa.
Essere piu che sembrare
Dal giorno del voto si sono mossi, in modo strano, sotterraneo, non lineare, inefficiente, molti pezzi. Dicono che la politica sia cosi. Non ci credo. Credo che noi la rendiamo cosi accettando che debba essere cosi. E accettandolo, ci pieghiamo alle frasi, ai comportamenti, ai riti che ovviamente vengono bene ad alcuni e meno ad altri.
Ho sempre detto che non avrei giocato per la leadership di nulla post elezioni. Se fossero andate bene, avrei avuto un lavoro complesso. In caso contrario, cioè se fossimo andati male, era prova della mia incapacità a guidare il progetto. NOS è andata bene, la lista male e farò quello che avevamo detto: proveremo a guidare NOS il piu possibile verso la costruzione in modo il piu largo possibile verso il nuovo partito libdem che abbia logiche diverse dal liderismo, dalle bugie endemiche e dalle frasi pre-impostate.
Non è facile resistere alla tentazione della sindrome del pokerista per cui rilanciare sempre sembra l’opzione migliore, ma c’è un motivo per cui abbiamo predicato sempre di scriversi gli obiettivi prima di partire, cosi da essere credibili dopo.
Chi ci sta, chi non vuole star dietro a bizantinismi e comportamenti chiaramente patronizing dove il non detto è “hey ragazzini, state al posto vostro”, è benvenuto.
Avanti tutta!
A