Ciao! Qualche anno fa (14, per l’esattezza) di questi tempi iniziavo il Master ISPI per la preparazione alla carriera diplomatica. Mancai il passaggio alla terza fase del concorso per pochi punti, ma una delle cose che più mi è rimasta di quel corso è una frase che ci disse un ambasciatore in visita: “Avrei scritto di meno, se avessi avuto più tempo!” È una cosa molto vera se ci pensi. La capacità di riuscire a condensare in pochi pensieri concetti anche molto complessi è una abilità che richiede anche molto tempo per essere affinata.
C’è un libro strepitoso (anche) su questo, si chiama: Buck Up, Suck Up . . . and Come Back When You Foul Up.
Perché te ne parlo? Per un paio di motivi principalmente.
Mario Draghi è il miglior copywriter di temi politico-economici che io conosca. Nei giorni scorsi intervenendo al Financial Times ha analizzato la situazione internazionale e la condizione in cui è vissuta l’Unione Europea negli ultimi anni in 14 parole (articoli compresi):
Il modello geopolitico sul quale l’Europa si è retta dalla fine della seconda guerra mondiale – sostegno dagli Stati Uniti per la difesa, esportazioni dirette principalmente in Cina, approvvigionamenti di energia a poco prezzo dalla Russia – non esiste più. Per poter esprimere una visione politica unica e potente nel mondo di oggi, l’Europa ha bisogno di molta, molta più integrazione»
Le ultime newsletter le ho scritte in un caos totale fatto di fusi orari folli, viaggi in treno a orari altrettanto incredibili e mille task da fare. Startup life direbbe qualcuno, ma non è la qualità che mi sono ripromesso di tenere. Fortunatamente il team di NOS cresce rapidamente (se vuoi farne parte ricordati di inviare una mail a info@nos-italia.it ) e quindi avrò più tempo per scrivere meno e meglio
Leadership autentiche
Questa settimana in NOS sono successe un sacco di cose incredibili ma il momento più profondo è successo senza dubbio mercoledì sera, quando ho avuto il piacere di partecipare a una cena di raccolta fondi in favore di un progetto di conservazione e protezione della foresta Amazzonica.
È stata davvero una serata ricca di spunti che volevo condividere con te e sapere cosa ne pensi perché credo siano temi dei quali dobbiamo parlare per evolvere insieme:
Comportamenti radicali e approcci concilianti - Siamo chiaramente a un punto di svolta quando parliamo di cambiamento climatico. Ammesso che quel punto di picco non lo abbiamo già sorpassato, è necessario avere consapevolezza dell’urgenza di scelte profonde, capaci di cambiare i nostri comportamenti in maniera radicale.
Questo può avvenire:
perché l’industria trova nuovi metodi di produzione e/o approvvigionamento (innovazione)
perché l’industria o i consumi sono sottoposti a nuove regole stringenti e che disincentivano i consumi (regolamentazione)
perché noi tutti cambiamo il nostro approccio come accettazione sociale rispetto ad alcuni comportamenti (cambiamento culturale)
Proprio quest’ultimo è al centro dei miei pensieri dopo la cena di mercoledi. Come velocizzare al meglio questo cambio? Oltre a metterci davanti alle nostre responsabilità, forse dando a ognuno di noi la possibilità di agire oggi con i propri mezzi e lasciare che le 3 forze qui sopra agiscano da sole?
Come si intuisce sono più per la seconda, ma d’altro canto, il tempo stringe e credo che la cosa principale sia fare diventare cool e di massa (non elitari ed eroici) comportamenti che possono (e devono) diventare convenienti, fighi e non percepiti come di una parte politica
Insostenibilità di un modello che ha favorito lo sviluppo della nostra civiltà - ascoltando le parole di Benki Piyãko (uno dei leader di comunità tribali più influenti al mondo) di suo figlio e dei promotori dell’iniziativa, il pensiero non può non andare all’insostenibilità del modello nel quale viviamo oggi. D’altro canto, è però il sistema che ha permesso all’uomo di vivere più a lungo, più sano (non necessariamente in maniera più salutare, ma più sano), di avere meno persone in stato di povertà, di vivere in aree altrimenti inaccessibili. Certo, qualcuno potrebbe rispondermi che questi sono proprio gli elementi che rendono oggi non sostenibile la nostra presenza (siamo troppi, per troppo tempo, mangiando troppo e troppe cose altrimenti non presenti, vivendo in luoghi che era meglio rimanessero aree selvatiche).
Io credo che dobbiamo lavorare con urgenza anzitutto sul fronte dell’adattamento al cambiamento che c’è già e poi alla limitazione futura del nostro impatto. Il mix di cultura, investimenti, regole e quindi innovazione che deriva dagli altri ingredienti possono salvarci. Paradossalmente, con la giusta base valoriale possiamo salvarci anche grazie agli stessi strumenti (non lo stesso utilizzo e con incentivi molto diversi) che ci hanno portato al punto in cui siamo oggi. Non possiamo più accettare la non curanza rispetto alle esternalità negative, ma non possiamo buttare via il bambino del progresso con l’acqua sporca.
Pensate a tutte quelle cose che oggi sono cool (dal monopattino al vintage, passando per le rinnovabili e la mobilità dolce) che fino a qualche anno fa erano una bandiera da attivisti e che oggi sono invece oggetto dei venture capital del mondo, vestiti dalle elite e portate avanti nei programmi politici più ampi. È il consenso sociale, bellezza! E possiamo lavorarci tutti insieme.
Parlare con ampi silenzi - Benki Piyãko ovviamente non parla italiano. Una traduttrice lo aiutava. Molti silenzi, frasi corte. Ma una voce profonda, autentica. Un discorso potente senza strilli, senza urla. Solo con la forza dell’anima, della voce, del corpo e dei convincimenti di chi combatte una causa straordinaria.
Benki, fondatore dell'Istituto Yorenka Tasorentsi, è uno dei leader dell'Ashaninka. Persone che lavorano per la preservazione e la protezione della natura, i diritti dei popoli indigeni, delle loro culture e delle loro terre.
Gli Ashaninka sono una comunità millenaria, antenati degli Inca che vivono nel Stato di Acre in Brasile e in Perù. Nel corso della storia hanno combattuto contro gli invasori e hanno sempre protetto il loro sapere ancestrale. Benki ha quindi iniziato giovanissimo i suoi progetti di riforestazione, istruzione e costruzione di comunità nel suo villaggio natale. Insomma, un figo incredibile. Un leader spirituale e politico.
Ha detto una cosa che mi ha colpito moltissimo, tra le altre (parafraso a memoria):
Io non possiedo. Io custodisco in prestito nel mio passaggio. […] Da soli non combiniamo nulla. La forza sta nella condivisione e nell’unione delle forze, come la foresta dove ogni singolo albero e ramo si intreccia con gli altri creando la forza.
Questo è lo stile di leadership che immaginiamo in NOS. Passaggio, missione, perché solo cosi siamo incentivati a restituire ciò che gestiamo in prestito, almeno come lo abbiamo trovato, se non meglio.
Avanti tutta
A
Bisognerebbe scavare più a fondo sul come fare diventare più cool queste cose.
Domandandosi più perché, arrivando all’origine delle cose.
Perché non sono cool?
Perche altre lo sono?
Perché vanno di moda solo le cose cool?
Qua l’è il tipo di persona cool, come lo unisci a questi comportamenti?
Non ho la risposta ma sicuro ci si può arrivare 💪