Ciao! Con un po’ di emozione e tanta gratitudine abbiamo portato a casa il primo aperitivo da quando il nostro progetto per contribuire a costruire una società a prova di futuro è nato. Doveva durare 45-60 minuti al massimo e invece siamo stati quasi 3 ore a parlare di misurabilità delle proposte di legge, di visione, metodo e misurazione per portare alla creazione di un sistema in cui il legislatore/politico abbia skin in the game, rischi di proprio conto, rispetto al raggiungimento di risultati chiari con le leggi che scrive. È stato bellissimo! Grazie a Luca Ungaro.
Poi è arrivato Giuseppe Conte che ha continuato a dire che il Superbonus ha contribuito al 11% del PIL e la Ragioneria dello Stato che ha certificato che la misura dovrebbe costarci 7 volte quanto ipotizzato, SETTE, e non ci è crollato il mondo addosso. Ci è venuta piu voglia di costruirlo diversamente per ciò che abbiamo davanti.
Saremo a Napoli martedi 12 e faremo un altro aperitivo informale. Se vuoi partecipare, basta scrivere a lupi@helmconsulting.it
Annunci vs Visioni
Mi piacerebbe essere (più) mitomane e quindi dire che è evidente, che non c’è altra spiegazione: Mario Draghi legge questa newsletter. Non può che essere cosi, naturalmente.
Draghi infatti questa settimana è intervenuto sull’Economist dicendo una serie di cose fondamentali che hanno avuto - a mio giudizio - un’eco troppo limitata per volume assoluto e troppo limita a uno spicchio di selezionatissimi commentatori, e che qui - e ormai quotidianamente nel nastro che attacco quando inizio a parlare con chiunque di voi sto incontrando in questi giorni - ripetiamo costantemente.
Cosa ha detto Draghi? (in buona sostanza)
Quello che ti ha reso di successo ieri, non lo farà anche domani (cara Europa). Questo chiaramente l’ha letto su Friday’s email.
Gli Stati nazionali subiscono shock - principalmente esterni [guerra, pandemia, crisi energetica] - di una portata tale da essere ingestibili a quel livello e devono esserci sforzi coordinati a un livello superiore (UE)
Paradossalmente è il momento buono per spingere sull’integrazione, proprio per la complessità di questi shock.
Nel suo intervento Draghi prima introduce il tema (non certo nuovo) della sopravvivenza di una unione monetaria senza unione fiscale, e poi arriva al cuore - secondo me - della condizione attuale. Scrive Draghi:
Sfide sovranazionali con bisogno di investimenti rapidi
Difesa (aggiungo io: in un mondo che sarà sempre piu multipolare, questo è un tema non più trascurabili o che si può discutere con linguaggi del passato)
Transizione “green” (perdoneremo al Pres. Draghi questa espressione. Ma ovviamente è energetica e sfida per la riduzione delle emissioni)
Digitalizzazione (qui ovviamente occhi a cuoricino per tutti noi, convinti che il cambiamento tecnologico deve portare si a un cambio di regole - e la UE in questo è fortissima - ma anche di competenze e investimenti)
La normativa degli aiuti di stato come è oggi limita il potere degli Stati Membri di agire. Più importante ancora è il periodo successivo, il contrasto cioè con quello che invece fanno gli Stati Uniti di Biden che con l’IRA (il provvedimento anti inflazione che invece sappiamo essere un enorme piano di incentivi per la transizione “green”) allinea interessi nazionali con:
spesa federale
cambiamenti regolatori
incentivi fiscali
Se non si agisce, l’Europa rischia di non rispettare di mancare i propri obiettivi
sul clima
sulla sicurezza dei propri cittadini
per la crescita e l’industria. (anche su questo tema, di politica industriale, parliamo costantemente a queste latitudini)
Quindi che fare?
Draghi anche qui giganteggia e fa una cosa che reputo fondamentale per la costruzione di fiducia e per la condivisione di una visione: spiega il suo ragionamento, cosa vede e quale, di più scenari, è quello che lui considera quello corretto.
Se diamo agli Stati membri regole meno rigide su aiuti di stato e fiscalità, quello che succede è che pochi Stati, quelli con margine per agire (senza grande debito e soldi in tasca. Spoiler, non siamo noi) agiranno, ma la portata delle sfide (difesa europea / cambiamento climatico) è tale per cui o vincono tutti o si perde tutti
Se cambiamo le regole UE a livello di Unione, diamo più potere di spesa al centro, massimizziamo gli sforzi e creiamo automatismi al livello di stati nazionali.
Naturalmente quella lanciata da Draghi è una sfida molto complessa, tecnicamente e politicamente, perché impone cessione di sovranità dallo Stato all’Unione. La cosa affascinante (si scrive affascinante ma si legge preoccupante) però è che nelle stesse ore in Italia si leggevano articoli su:
Un “governo del nuovo che non avanza” e “Il governo non sa ancora che paese vuole costruire” entrambi a firma del Prof. Pasquino su Domani. (il mitomane ormai sdoganato ci direbbe che anche Pasquino legge le nostre urla contro l’assenza di visione della politica. Non solo di questo Governo)
elezioni europee come prova generale dello scontro nazionale. Cosa che non sono. Continuano ad essere, ma non per questo dovrebbero esserlo. Leggendo i giornali si intravede una voglia di molti “big” a candidarsi per contarsi, altri per sfuggire (!?) alle logiche nazionali
oltre a una infinita serie naturalmente di polemiche, spiegazioni e commenti su temi random che vanno da quanto sia bella la moglie di Crosetto, sul fatto che le lauree siano o meno il distintivo di competenza (ovviamente se qualcuno dice di averla e non c’è, come sembrerebbe essere il caso per Fabbri in queste ore, il tema non è la laurea, ma la bugia, per quanto mi riguarda) e mentre chiudo questa newsletter campeggia sul sito di un noto quoditiano, la dichiarazione di Scialpi e il suo bisogno di un fidanzato al giorno. First things first.
Annunci e cose belle!
Ora che ho la vostra attenzione avendo rubato il titolo a Francesco Oggiano, due ultimi spunti:
Fra esattamente meno di un mese, il primo weekend di ottobre, ci troveremo al nostro primo evento. Cercheremo di offrire in quell’occasione lo stimolo per discussioni di policy più vicine - con i dovuti paragoni ovviamente - ai temi proposti da Draghi rispetto alle scivolose dichiarazioni di Giambruno (il compagno della Presidente Meloni) e conseguenti polemiche. Se volete partecipare come volontari o proporre idee, come sempre: lupi@helmconsulting.it
A restituire un po’ di senso dello Stato e misure delle cose è impegnato nelle ultime settimane, il Ministro Crosetto. Non sarà un video che spopola sui social perché non indigna, ma è ottima sintesi dell’interpretazione del proprio ruolo da parte di un rappresentante dello stato
Alessandro Tommasi hai rianimato la mia casella di posta da newsletter ormai spesso stanche di essere spedite dagli stessi autori. Friday's Email è un ottimo appuntamento in cui leggerti. Grazie e a venerdì prossimo
La velocità e l'agilità dovrebbero essere i nostri punti di forza. Non lo sono. Il problema non è L'Europa. È il fatto che paesi molto più grandi come l'India/Cina/US riescano a cambiare più rapidamente di noi.
Non possiamo essere piccoli e lenti.
L'Europa sicuramente non deve rallentarci. Nella migliore delle ipotesi può aiutarci. Ma ho la netta sensazione che l'Italia sarebbe altrettanto lenta, anche senza Europa.
Se non risolviamo questo punto, sarà la nostra rovina.