Sono scappato in montagna per qualche ora e la newsletter è partita in ritardo. Chiedo scusa.
Complice il gran caldo nei giorni scorsi mi sono raffreddato e questo mi ha spinto cercare su google i sintomi della nuova variante Covid che starebbe prendendo piede in questa seconda parte di estate.
Tutto ok, grazie, ma non sono le mie condizioni di salute il focus della newsletter quanto invece la sensatezza di ciò che facciamo. Perché fare, anche solo fare cose sbagliate, comporta spese, tempo, fatica al rischio che alla fine saremo tentati di giustificare quello che abbiamo fatto proprio per la fatica stessa, per il tanto impegno profuso più che per l’utilità e il valore effettivamente generati.
Leggere online è diventato impossibile
Cerco i sintomi. Prendo il terzo o il quarto risultato di Google. Si apre un blog, immediatamente appaiono decine di pop-up, banner mobili e luccicosi, banner di sfondo e ogni diavoleria pubblicitaria. Il testo dell’articolo rimane in pratica in una piccola feritoia.
Non solo. Ormai i testi degli articoli online specie sui blog, sono scritti con una carica di suspense degna di un film thriller di Hollywood. I sintomi di questa nuova ondata non li trovavo, erano affogati in frasi circolari. Difficili da “vedere” senza leggere tutto l’articolo. L’obiettivo intanto per il proprietario del blog era raggiunto, ovviamente:
avevo cliccato sul risultato da Google
avevo scrollato la pagina intera, attivando i vari banner
ero stato “a lungo” sulla pagina. Un dato importante da usare in fase di vendita dello spazio pubblicitario
I sintomi, solo per vostra informazioni, sono la normale tosse, raffreddore e il mal di gola (secondo questo blog). La info era affogata qua e là, nel nulla.
E’ un modello di business secondo me fintamente profittevole, di certo non produce grande valore per l’utente finale. Eppure c’è qualcuno che lo fa, che poi assume risorse che sanno fare “quella cosa li” cioè scrivere in modo da massimizzare le visualizzazioni, il tempo di permanenza sulla pagina ecc. Ma nessuno pensa all’esperienza dell’utente? Al valore dell’articolo per chi legge?
Una opportunità offerta dalla tecnologia (avere inserzioni pubblicitarie mobili e ben profilate), è diventata una schiavitù per chi gestisce pagine. Il poco valore generato, è buono se i costi sono bassi, quindi risorse poco qualificate etc.
Questo avviene in molti ambiti, dalla politica alle aziende, perché si rifugge il cambiamento, si spremono modelli vecchi per posizioni di rendita o per incapacità di riprogrammare il come e il perché facciamo quello che facciamo.
Come spesso dicevo al team in Will, copiando una grande massima del mio ex capo, quello che ci ha reso di successo ieri, non ci renderà di successo anche domani. Ne potrà essere la base, ma non la condizione sufficiente.
E allora, chiudiamo riprendendo la vecchia abitudine delle domande e mi chiedo insieme a voi:
Qual è stata l'ultima volta che ci siamo davvero distinti per il nostro stile italiano, la nostra offerta cultura, il nostro made in Italy ecc che ci hanno reso di successo ieri e dovranno farlo in futuro? O cosa potrà invece renderci di successo domani come comunità nazionale?
Io credo che un enorme potenziale risieda nella comunità di ricercatori, universitari o meno, che lavorano con metodo e dedizione privi di eguali in molti campi legati all'innovazione scientifica e tecnologica. Purtroppo molto di questo potenziale è inespresso per evidenti carenze del sistema italiano nel supportare la ricerca e nel promuovere l'adeguato trasferimento tecnologico o perché i professionisti sono costretti a spostarsi in paesi in cui ci sono migliori condizioni e offerte.
Abbiamo menti estremamente brillanti che in molti casi si trovano in ambienti che non gli permettono di esprimersi al massimo delle potenzialità. E in questo contesto la mancanza di una strada maestra o di una visione (vedasi progetti e piani di investimenti a lungo termine) super partes da parte della classe dirigente ci fa lavorare a tentoni. Io credo che questo "patrimonio" possa fare la differenza per il nostro futuro.
Ci siamo distinti quando le nostro ong e associazioni del terzo settore hanno messo in campo delle modalità di accoglienza e aiuto delle persone in difficoltà in Italia e nel mondo che hanno fatto la differenza
Ci distingueremo quando torneremo ad accogliere, aiutare, creare opportunità per chi ne ha meno, facilitare la creazione di condizioni di crescita per tutti