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Io credo che un enorme potenziale risieda nella comunità di ricercatori, universitari o meno, che lavorano con metodo e dedizione privi di eguali in molti campi legati all'innovazione scientifica e tecnologica. Purtroppo molto di questo potenziale è inespresso per evidenti carenze del sistema italiano nel supportare la ricerca e nel promuovere l'adeguato trasferimento tecnologico o perché i professionisti sono costretti a spostarsi in paesi in cui ci sono migliori condizioni e offerte.

Abbiamo menti estremamente brillanti che in molti casi si trovano in ambienti che non gli permettono di esprimersi al massimo delle potenzialità. E in questo contesto la mancanza di una strada maestra o di una visione (vedasi progetti e piani di investimenti a lungo termine) super partes da parte della classe dirigente ci fa lavorare a tentoni. Io credo che questo "patrimonio" possa fare la differenza per il nostro futuro.

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Ci siamo distinti quando le nostro ong e associazioni del terzo settore hanno messo in campo delle modalità di accoglienza e aiuto delle persone in difficoltà in Italia e nel mondo che hanno fatto la differenza

Ci distingueremo quando torneremo ad accogliere, aiutare, creare opportunità per chi ne ha meno, facilitare la creazione di condizioni di crescita per tutti

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Quando a Bruxelles mi chiedevano "che piani hai per questa domenica?" ,

rispondevo "nessun piano, mi rilasso"

mi sorridevano sempre con un "Eh la dolce vita italiana!".

Uno stile di vita che incuriosiva, e che spingeva molti stranieri a volerla assaggiare.

Penso che però la dolce vita richiede tanta cultura, tanta consapevolezza nell' apprezzare ciò che ci circonda e che merita davvero la nostra attenzione.

Ad oggi però vedo un Paese in cui prevale la ricerca forzata del piacere, quel piacere tanto instagrammabile, e tanto fine a sé stesso.

E questo stile di vita così superficiale, attrae turisti altrettanto superficiali, che visitano il Colosseo non per apprezzarne la cultura e la bellezza, ma come momento per esaltare sé stessi.

Dovremmo riscoprire la dolce vita come un vivere in maniera più consapevole, che in maniera più instagrammabile.

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Non sono italiana anche se ho la cittadinanza e vivo qui da 10 anni. Ho visto grandi cambiamenti a Milano, penso che sia una città che si è trasformata molto e forse potrebbe essere un riferimento per altre (non per tutto, ma per quanto riguarda investimenti e sviluppo magari si), sicuramente traduce una parte del stile italiano.

Ritengo che gli italiani siano unici poiché abitano proprio nei luoghi in cui si è svolta gran parte della storia che oggi conosciamo nel mondo. Non so dire se sia questa la ragione o ve ne siano altre, ma ho notato che molte persone sembrano essere un po' rassegnate o poco proattive. Io vengo da São Paulo e devo dire che lì ti trovi sempre a cercare soluzioni, non è proprio un posto facile ma sicuramente è stimolante.

Gli italiani hanno una cultura artigianale favolosa, dove ancora oggi nel mondo sono un riferimento, inoltre è un posto che tutti vorrebbero conoscere.

Dagli italiani che ho avuto modo di conoscere, ho notato un bagaglio culturale grande ma poca concretezza e anche una certa avversione al rischio. Forse questo accade perché il status quo è buono anche se in passato potessi essere meglio... ammetto che ho paura le differenze sociali cambino questo equilibrio.

Forse ho divagato più che dato una risposta, ma credo che se gli italiani partissero dai valori e dalle base che hanno: luogo, cultura, pratiche... si potrebbe creare un futuro migliore.

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Forse vado troppo indietro e corro il rischio di essere "pesante" e anacronistico, ma vabbè!

Per me l'ultima volta che ci siamo veramente distinti è stato durante il Rinascimento. In quel periodo storico grazie all'umanesimo siamo riusciti a contaminare l'Europa intera e tutta la cultura occidentale.

Come il Rinascimento prendeva a piene mani dalla cultura classica chissà se la cultura del futuro non abbia bisogno di prendere a piene mani dall'umanesimo?

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Una delle cose che ci hanno reso di successo in passato è stato l'ecosistema di piccole e medie imprese, specialmente in ambito manifatturiero.

La chiave per avere successo nel futuro è aumentare la produttività delle nostre PMI, soprattutto attraverso la transizione digitale (siamo ancora molto in ritardo), per riportarci al passo con il resto d'Europa.

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Così di getto mi è venuto il mente EXPO MILANO 2015

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Ci siamo distinti forse negli anni 80-90 convincendo i paesi più ricchi che il made in Italy era il top, e principalmente attraverso la moda. Per il futuro fatico ad individuare una punta di diamante: mi orienterei verso il turismo, ma il massiccio sfruttamento attuale delle mete più popolari nostrane invase da orde di persone in Piazze delle Signorie completamente occupate da centinaia di tavolini da trattoria con tovaglie a quadretti bianchi e rossi non mi fa ben sperare. Gioielli da conservare e presentare al mondo sono resi volgari. E' il mercato, bellezza? Si. Sempre e solo quello. Ma incontrollato. La mollo qui.

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Rubo dalle esperienze estere che vedo, qua e là, a spizzichi e bocconi, ma che fanno un'impressione di futuro che ad oggi da nessuna parte in Italia vedo: un welfare da non credersi, un'attenzione all'ultimo quasi da film. In particolare, pesco le comunità più piccole -e perciò anche più vicine a quella che è l'Italia delle periferie e dei piccoli borghi- che ho avuto la fortuna di visitare tra lavoro e piacere tra Spagna, Portogallo, Slovenia, Belgio e Danimarca negli scorsi mesi, e che ben identificano quello che una volta, nei film di Rossellini, Fellini, Antonioni, era Essere Italiani (e che probabilmente conosci bene Ale per i tuoi trascorsi al servizio dello Stato).

Ecco, quando e dove l'abbiamo perso non lo so, so che mi ha fatto molta impressione -in positivo- vedere come uno Stato, un Governo, approccia il tema senza troppi fasti e Tweets, ops, Xees, e -in negativo- come siamo immobili sul tema.

Sono una persona che né per lavoro né per interessi personali si è mai avvicinata troppo al tema, mi reputo fortunato da molti punti di vista, ma vedere e toccare con mano cosa uno Stato fa per i propri Cittadini, questo si che mi ha colpito e mi ha provocato grandi mal di testa anche in vacanza: riflettere è bello, condividere e confrontarsi altrettanto.

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Leggete questa intervista del Corriere di pochi giorni fa. Questi due fuoriclasse della scienza e della creazione di bello funzionale sono l’esempio lampante di come l’Italia abbia un potenziale pazzesco.

Credo che loro, come tanti altri ricercatori, esperti, manager conterranei portano in giro per il mondo e rappresentano la migliore Italia.

https://www.corriere.it/cronache/23_agosto_27/cern-renzo-piano-ginevra-73e663f0-4445-11ee-8251-41b16c6fa226_amp.html

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sui processi di transizione circolare dell'economia, della società, siamo avanti, come progetti e come risultati, in Europa. Se continuamo ad investire in questo processo, potremmo trovarci a trainare la strategia europea. Serve un coinvolgimento collettivo. In questa sfida sono connessi 57 milioni di cittadini/e.

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Matera Capitale europea della Cultura, i numeri incredibili di Pompei, Gli Europei di calcio del 2020, ogni volta che riusciamo a tirar fuori molto di più di quanti ci si aspetti, superando le aspettative. Altro bello spunto Alessandro, grazie (sto investigando per lavoro su qualcosa di simile per la Spagna, dove vivo).

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