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Jun 30, 2023Liked by Alessandro Tommasi

Le continue occasioni perse di questo Paese. Causate in primis dalla totale inefficienza della macchina pubblica, incapace non solo di rispondere a tematiche strutturali quali scarsa produttività, curva demografica e debito pubblico, ma ormai così avviluppata su sé stessa da non essere in grado di agire concretamente nemmeno quando si tratta di allinearsi alle best practice europee. Non c'è un'idea di Paese. Ci sono solo confusione e shortermismo.

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Jun 30, 2023Liked by Alessandro Tommasi

Mi piacerebbe vedere un gruppo politico nuovo. Fatto di tutto quello che ci stiamo raccontando da anni. Consapevolezza e dibattito pubblico. Ora è solo un vuoto assurdo e tante cose da fare.

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La paura di fare un lavoro che non mi piace solo per "sopravvivere" e non avere la possibilità di lavorare nell'ambito di studi e passioni precedenti.

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Jul 3, 2023Liked by Alessandro Tommasi

... “quello che ci ha resi di successo ieri, non ci renderà di successo domani” vs "abbiamo sempre fatto così", il mantra italiano di cui vorrei ci liberassimo.

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Jun 30, 2023Liked by Alessandro Tommasi

Avere la sensazione che nessuno pensi al futuro. Parlo del futuro vero quello che arriverà tra 20/30 anni. La politica, le aziende, la vita. Tutto ruota al domani. Inteso proprio come il giorno dopo oggi. E' faticoso pensare e costatare che la politica e la comunità tutta lavora per il consenso. Una politica del consenso che ci rende tristi, superficiali e interessati solo all'oggi. Questo non mi fa dormire: l'angoscia di ciò che sarà il dopo-domani, la fatica di pianificare e avere una visione serena e ottimistica per il futuro e per quello che vorrò essere.

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La disinvoltura e il menefreghismo di (quasi) tutti nel sapere che viviamo giornalmente con una mancanza totale di visione strategica a medio lungo termine in una nazione (IT) o comunità (EU) come la nostra.

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Jul 1, 2023Liked by Alessandro Tommasi

Non dormo la notte a causa dell'assenza di una programmazione industriale adeguata nel nostro paese; mancanza che ha conseguenze significative rilevanti per economia, società e qualità di vita.

Una programmazione industriale inefficace comporta una perdita annuale di diversi punti percentuali di crescita economica. Ciò significa che il nostro paese perde opportunità di creazione di ricchezza e di posti di lavoro.

Inoltre, la mancanza di una programmazione industriale a livello nazionale ci espone al rischio di dipendere eccessivamente da importazioni, aumentando il nostro deficit commerciale. Questa dipendenza dai prodotti stranieri può comportare una vulnerabilità economica e la perdita di opportunità per le imprese nazionali.

Le conseguenze si riflettono anche sulle opportunità di lavoro. Il fenomeno ha portato, nel corso degli ultimi 10 anni, a una riduzione di almeno il 15% delle opportunità di lavoro nel settore manifatturiero. Questo significa che molti individui qualificati si trovano a dover affrontare una disoccupazione strutturale e una difficile riqualificazione in altri settori.

Inoltre, l'assenza di una programmazione industriale efficace rallenta l'adozione di tecnologie innovative. Numerose imprese nel nostro paese sono restie ad abbracciare l'automazione, la digitalizzazione e l'intelligenza artificiale a causa della mancanza di una strategia industriale chiara. Questo rallenta la modernizzazione dei processi produttivi, riducendo la nostra competitività sul mercato globale.

È essenziale che le nostre istituzioni comprendano l'urgenza di una programmazione industriale efficace. Dobbiamo investire nella formazione di esperti nel settore, promuovere la collaborazione tra imprese e governi e adottare politiche industriali incentrate sull'innovazione e sulla competitività. In ultima, “più opportunità” si traduce in “maggiore crescita” e quest’ultima a sua volta si traduce in “riduzione delle tasse”. Altro tema che, sì, non mi fa dormire la notte.

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Jun 30, 2023Liked by Alessandro Tommasi

"per l'inquinamento fare la differenziata non sia abbasta" questa frase di Marracash mi fa spesso riflettere. È così. Lo sforzo deve essere fatto anche dalle grandi aziende e come si può farglielo fare?

Ci sono un sacco di interessi diversi in gioco, cittadino, azienda e il mondo in cui viviamo. Come possiamo seguire tutte la linea della sostenibilità?

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Jun 30, 2023Liked by Alessandro Tommasi

Premessa:

Per quel che concerne la discussione sull'ego consiglio la visione del film Kodachrome o comunque del passo dove viene discusso l'ego, no spoiler.

Cosa non mi fa dormire la notte?

Domanda complessa soprattutto perché ho finito da qualche mese l'università e sto cercando la mia strada. Sicuramente la "superficialità" con cui vengono affrontate certe discussioni, abbandonando completamente la complessità che le caratterizza, la facilità con cui assistiamo a linciaggi social e mediatici dimenticandoci della presunzione di innocenza, il fatto che vengano riconosciute difficoltà nel nostro sistema economico e fiscale ma non vengano avanzate proposte concrete di ristrutturazione ma solo tagli temporali e più o meno saltuari, e forse la necessità di ripensare il sistema contributivo e pensionistico italiano. Ma come direbbe qualcuno di intelligente, What a time to be alive.

Chiudo con un secondo consiglio di visione, visto che la newsletter immagino chiuderà spesso con onwards, consiglio la visione del film della Pixar Onward

Avanti tutta, o meglio onwards

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Jun 30, 2023Liked by Alessandro Tommasi

Cosa non mi fa dormire la notte: il poco coinvolgimento da parte delle istituzioni e dei esperti del settore della popolazione (a partire dai ragazzi per arrivare ai grandi) per raggiungere una adeguata e solida conoscenza del nostro sistema normativo e dei nostri diritti, anche al fine di una maggior comprensione di certe dinamiche sociali e di una maggiore integrazione a livello culturale.

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Sto fondando la mia startup e quello che non mi fa dormire la notte è la burocrazia che ci sta dietro, con la paura di perdermi e sbagliare qualcosa che potrà rallentare il processo

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La sanità in Calabria perché sempre più spesso quando qualcuno vicino a me sta male non si trovano medici capaci,vengono date cure sbagliate, molte notti non c è neanche disponibilità dell ambulanza e devi arrangiarti come puoi.

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Si può crescere infinitamente in un sistema finito? Se sì, come? Perchè dovremmo? Dobbiamo avere una fede cieca nell'innovazione? Se no, dove sono i limiti del sistema? Quante risorse abbiamo a disposizione? Quali sono le priorità e cosa è secondario o addirittura trascurabile? Come si modifica il tessuto socio-economico quando inizi a considerare il sistema come finito?

Sono solo semplici domande che però sono terribilmente attuali e stanno riscrivendo il panorama ideologico contemporaneo, che si spoglia delle classiche, ormai vuote dicotomie comunista/fascista, neoliberista/socialista, destroide/sinistrorso. Tralasciando l'inerziale business-as-usual, se da una parte c'è chi vede nell'innovazione pura una nuova divinità in cui ripone la fiducia per un mondo migliore, dall'altra non è più insolito sentire parlare di degrowth (termine fuorviante a mio avviso, l'espressione "Beyond Growth" con cui hanno nominato il simposio al Parlamento Europeo è più rappresentativo) e Wellbeing Economy (che in qualche modo ha già coinvolto 6 governi nazionali). Sono due poli sempre più presenti nel dibattito contemporaneo e che costituiscono una scelta così importante, impattante e complessa che non può che lasciare ad occhi aperti.

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In un contesto di popolazione crescente e consumi alimentari che progressivamente si occidentalizzano in maniera uniforme un po' in tutto il mondo, il dilemma più grande riguarda come nutriremo 10 miliardi di persone pur rimanendo entro i planetary boundaries. Quindi: una dieta eco-compatibile, sana e nutriente, accessibile a tutti, e culturalmente e socialmente accettata.

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Cosa non mi fa dormire la notte? La possibilità di non riuscire a fare qualcosa di grande (e utile) nella vita.

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Cosa non mi fa dormire la notte?

La più totale assenza di strategie climatiche di lungo periodo nei piani di governo del nostro paese.

Resilienza e adattamento non sono più sufficienti.

Per non parlare delle PMI che dovranno affrontare la CSRD e le altre politiche europee legate alla sostenibilità.

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