7 Comments

Quello che non riesco davvero a capire è l'elevatissimo coefficiente di sopportazione che hanno gli italiani per il pressappochismo e la superficialità.

E più guardo l'Italia da fuori, con gli occhi degli altri, più non me ne capacito.

Expand full comment

Vivo a Lisbona, dove i vari Uber / Bolt / etc. a basso costo rappresentano non solo un’alternativa ai (limitati) mezzi pubblici, ma anche una fonte di reddito per lavoratori non specializzati. Immaginatevi la stessa cosa nelle nostre città del sud Italia. A volte non è necessario sognare, basta guardarsi intorno!

Expand full comment

Ciao Alessandro,

prima di tutto un grazie. Grazie per lo sforzo di non utilizzare "What success looks like" l'ho molto apprezzato. E poi un commento ritardatario ma sono in vacanza e ho ritmi più rilassati :-)

La tua regola #6 mi ha fatto venire in mente la prima regola di uno dei miei capi di molti anni fa (Direttore HR di una multinazionale nel settore petrolifero) che suonava così: "Qualunque questione di estrema importanza ti presentino mettila sulla scrivania e aspetta una giornata, se è veramente importante qualcuno ti chiederà a che punto sei; altrimenti puoi metterla in coda alle altre".

In effetti, nello starnazzo generale dove tutto è assolutamente vitale (il ponte su Messina, la riforma delle licenze balneari, l'abolizione del reddito di cittadinanza, la revisione del PNRR e chi più ne ha più ne metta) una pausa di valutazione è indispensabile. L'approccio "manageriale" applicato alla politica che proponi sembra una soluzione così ovvia che stupisce non sia già stata adottata. O forse, e qui torno su un tema che ho già sollevato in un commento precedente, qualcuno ci ha provato ma l'inerzia vischiosa della politica fatta in un certo modo l'ha fagocitato?

Il seguito alla prossima puntata (versione italiana del more to come che mi stava scappando dalle dita)

federica

Expand full comment

Assolutamente d'accordo, la trasparenza sul metodo e l'onestà intellettuale di ammettere anche errori e cambiamenti di rotta farebbero, almeno per me, ma credo per molti, una enorme differenza.

Expand full comment

La cosa per me incomprensibile rimane questa:

Mettiamo caso che qualsiasi iniziativa politica presa nei confronti dei taxi sia legata ad interessi elettorali. Prendiamo per assurdo che ogni mossa politica a sostegno dei tassisti sia orientata ad ottenere i voti degli stessi. Stiamo parlando di circa 40k di persone (assurdo che non ci sia un dato preciso delle licenze, non riesco a trovarlo). Quarantamila persone che limitano un servizio per diversi milioni di persone (tra abitanti e turisti). Quanto è folle? Io ogni volta che ci penso mi viene da piangere. Se in democrazia, è la maggioranza che decide per tutti (semplifico) come è possibile che una minoranza di questo tipo abbia:

1. Così tanta attenzione dei media;

2. Più voce in capitolo del numero di persone che usa lo stesso servizio;

3. Così forte potere politico senza alcun tipo di interesse in gioco.

In generale in Italia, la mia sensazione, è che le minoranze che urlano valgono più delle maggioranze. Credo che questo aspetto sostenga pienamente la regola numero 6 e anche i "tassinari" (ma puoi?!).

Per me vale per tutto, minoranze che decidono le sorti del paese sotto ogni punto di vista. Per difendere lo 0,00001% del paese non faccio una mazza. Ma soprattutto non mi prendo alcuna responsabilità (come politico), il rischio di sbagliare rimane sempre molto basso ed è forse questo il motivo di dare cosi tanto potere alle minoranze. Altri esempi divertenti: TAV, TAP, la questione degli uliveti in Puglia, la Gronda in Liguria, Vari termovalorizzatori, l'ILVA e altri infiniti. Pensate ad un progetto per il futuro, pensate ad una minoranza che va contro al progetto. Fine. Appiglio perfetto per bloccare tutto.

Expand full comment

Video di Urso:

- Cambiare tutto per non cambiare assolutamente niente

- Mi piacerebbe sapere i dati a supporto quella questione dei vettori internazionali e del turismo (5,5% del PIL e che occupa solo il 6% della popolazione italiana se non ricordo male)

Expand full comment

Trovo fantastici i quattro punti del tuo metodo e immagino che capire se/quando è ora di smettere sia il punto 5, quello che fa desistere dall'intraprendere il metodo. Ma io ci credo.

Expand full comment